Luisa Spagnoli – Storia del Brand


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Luisa Spagnoli – Storia Brand

INDICE CONTENUTI:

Biografia

Luisa e la Perugina

Il Bacio Perugina

Spot tv del brand Spagnoli

Video riassuntivo della Storia di Luisa Spagnoli

Prospettive e Fatturato

Luisa Spagnoli, nata Sargentini (Perugia, 30 ottobre 1877 – Parigi, 21 settembre 1935), è stata un’imprenditrice italiana, nota soprattutto per l’ideazione del Bacio Perugina e per la catena di negozi d’abbigliamento che porta il suo nome.

Anchor: bio Biografia
Nata da Pasquale Sargentini, pescivendolo, e da Maria Conti, casalinga, poco più che ventunenne sposa Annibale Spagnoli. I due rilevano una drogheria e, subito dopo, cominciano a produrre confetti. Dal loro matrimonio nascono tre figli: Mario, Armando e Aldo.

Luisa Spagnoli - Storia Brand

Luisa Spagnoli – Storia Brand

L’Angora Luisa Spagnoli
Alla fine della prima guerra mondiale, si lancia anche in una nuova impresa: l’allevamento del pollame e dei conigli d’angora. I conigli non vengono uccisi e neanche tosati, ma amorevolmente pettinati per ricavare la lana d’angora per i filati. Nasce nel sobborgo di Santa Lucia l’Angora Spagnoli[4] per le creazioni di scialli, boleri e indumenti alla moda. La segnalazione alla Fiera di Milano come “ottimi prodotti” spinge Luisa a moltiplicare gli sforzi: sono 8.000 gli allevatori che mandano a Perugia per posta il pelo pettinato via da almeno duecentocinquantamila conigli.

Luisa non riuscirà a vedere il vero decollo dell’azienda che inizierà circa quattro anni dopo sotto la guida del figlio Mario. Le viene diagnosticato un tumore alla gola. Giovanni Buitoni la trasferisce a Parigi per garantirle le migliori cure e rimane con lei fino alla sua morte, avvenuta nel 1935 all’età di quasi 58 anni. È tumulata nella cripta di famiglia del Cimitero monumentale di Perugia.

Negli anni quaranta, in un periodo in cui molti soffrono la fame e il freddo, gli Spagnoli regalavano ai loro operai per Natale maglie, calze e lana per un valore di 4.000 lire, una fortuna per quei tempi. Lo stabilimento di Santa Lucia aveva una piscina per i dipendenti. Si costruiscono ai dipendenti casette a schiera (tuttora esistenti), si organizzano asili nido per i figli, si promuovono balli, partite di calcio, gare, feste.

A causa di attriti interni, Annibale abbandona l’azienda nel 1923: è in questo periodo che Luisa inizia una storia d’amore con Giovanni, figlio del socio Francesco Buitoni, più giovane di lei di quattordici anni. Il legame tra i due si sviluppa in maniera profonda ma estremamente cortese: le testimonianze in proposito sono poche, anche perché i due non vanno mai a convivere.

Luisa, entrata nel frattempo nel consiglio d’amministrazione dell’azienda, si dedica all’ideazione e alla realizzazione di strutture sociali finalizzate a migliorare la qualità della vita dei dipendenti; poi, poco dopo aver fondato l’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (stabilimento ritenuto, nel settore dolciario, il più avanzato nell’intero continente europeo), dà vita al “Bacio Perugina”, il cioccolatino destinato a entrare nella storia.

Anchor: perugina 

Luisa e la Perugina

Nel 1907, insieme a Francesco Buitoni e Leone Ascoli, apre una piccola azienda con sede nel centro storico di Perugia, la Perugina, con quindici dipendenti. Con lo scoppio del primo conflitto mondiale a mandar avanti la fabbrica rimane solo la signora Spagnoli con i figli Mario e Aldo. A guerra finita la Perugina è già una manifattura con più di cento dipendenti.[2]

Nel 1923 Annibale Spagnoli si ritira dall’azienda a causa di attriti interni. Si data qui l’inizio della storia d’amore tra Luisa e Giovanni Buitoni, figlio del socio Francesco. Poche le testimonianze e i ricordi delle persone più vicine alla coppia che parlano di un legame profondo ma riservato: i due non andranno mai a vivere insieme. Per Luisa, ormai nel consiglio di amministrazione della Perugina, inizia anche l’impegno per la costruzione di strutture sociali che migliorino la vita dei dipendenti. Fonda l’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (considerato il più avanzato d’Europa nel settore dolciario). Inventa il famoso cioccolatino chiamato “Bacio Perugina”. Negli anni ’30 il figlio Aldo (1906–1992) sarà l’ideatore della campagna pubblicitaria legata alla trasmissione radiofonica a puntate I quattro moschettieri.

Inventa il famoso cioccolatino chiamato “Bacio Perugina” – Luisa Spagnoli – Storia Brand

Anchor: bacio L’idea nasce dall’intenzione di impastare i resti di nocciola derivanti dalla lavorazione dei cioccolatini con altro cioccolato: il risultato è un nuovo cioccolatino con una conformazione piuttosto strana, con al centro una nocciola intera. Il nome iniziale è “Cazzotto”, perché il cioccolatino richiama alla mente l’immagine di un pugno chiuso, ma Luisa viene convinta da un’amica a cambiare quella denominazione, troppo aggressiva: molto meglio tentare di conquistare i clienti con un “Bacio”.

I conigli vengono pettinati, non tosati e tantomeno uccisi – Luisa Spagnoli – Storia Brand

Nel frattempo, Luisa si dedica anche all’allevamento del pollame e dei conigli d’angora, attività iniziata al termine del primo conflitto mondiale: i conigli vengono pettinati, non tosati e tantomeno uccisi, al fine di ottenere la lana d’angora per i filati. E così nel giro di breve tempo vede la luce l’Angora Spagnoli, situata nel sobborgo di Santa Lucia, dove si creano indumenti alla moda, boleri e scialli. Il successo non tarda ad arrivare (complice una segnalazione anche alla Fiera di Milano), e così gli sforzi si intensificano: ben ottomila allevatori spediscono il pelo ottenuto da circa 250mila conigli a Perugia via posta, in modo che possa essere trattato e utilizzato.

Luisa muore all’età di 58 anni il giorno 21 settembre 1935, a causa di un tumore alla gola che l’aveva indotta a spostarsi a Parigi per provare a ricevere le migliori cure possibili.

Gli anni Quaranta regaleranno agli Spagnoli numerose soddisfazioni, così come ai loro dipendenti, che potranno contare addirittura su una piscina nello stabilimento di Santa Lucia e su regali di valore per le vacanze di Natale, ma anche su feste, casette a schiera, partite di calcio, balli e nursery per i figli. Ma Luisa non potrà mai vedere tutto ciò.

L’azienda creata da Luisa diventerà, dopo la morte della fondatrice, un’attività industriale a tutti gli effetti, e sarà accompagnata dalla creazione della “Città dell’angora”, uno stabilimento attorno al quale sorgerà una comunità autosufficiente, e il parco giochi della “Città della Domenica”, chiamato in principio “Spagnolia”.

Dopo la sua morte, con il figlio Mario (1900–1977) nel 1937, l’azienda voluta da Luisa passa da attività artigianale a industriale. A lui si deve l’invenzione, nel 1942 di due oggetti brevettati: un pettine per la raccolta della lana e una pinza per tatuare i conigli d’angora.

Città dell’angora – Luisa Spagnoli – Storia Brand 

Mario costruì, nel 1947, il nuovo stabilimento della “Città dell’angora”, attorno a cui nacque una comunità autosufficiente, in cui la parte assistenziale e ricreativa era fase del ciclo produttivo. Fondò inoltre negli anni sessanta il parco giochi della “Città della Domenica”, originariamente chiamato “Spagnolia” e ancor oggi meta di visitatori (all’ingresso campeggia un grande ritratto di Luisa).
Con il figlio Annibale, detto Lino (1927–1986), imprenditore e presidente del Perugia Calcio, la produzione si diversifica maggiormente e nasce la rete commerciale dei negozi “Luisa Spagnoli” e outlet store, oggi presente in tutto il mondo, sempre con base a Perugia.

Nel 1952 la Ditta Luisa Spagnoli partecipò come moda boutique insieme ad altre prestigiose firme di alta moda dell’epoca, quali Vincenzo Ferdinandi, Roberto Capucci, Giovannelli-Sciarra, la Sartoria Antonelli, Germana Marucelli, Polinober, la Sartoria Vanna, Jole Veneziani e altre ditte e case di moda tra cui Emilio Pucci, Mirsa e “La Tessitrice dell’Isola” di Clarette Gallotti, alla sfilata che utilizzò per la prima volta la celebre “Sala Bianca” di Palazzo Pitti a Firenze. Una giovanissima Oriana Fallaci inviata dal settimanale Epoca ne raccontò la cronaca.

Spot e Advertising Luisa SpagnoliAnchor: spot  Luisa Spagnoli – Storia Brand

Luisa Spagnoli: mini-serie di Rai 1 andata in onda, in due puntate, nei giorni 1 e 2 febbraio 2016 con la regia di Lodovico Gasparini e l’interpretazione, nella parte dell’imprenditrice, di Luisa Ranieri.

Anchor: storia 

Anchor: fatturato Prospettive e fatturato: Luisa Spagnoli – Storia Brand

Luisa Spagnoli ha chiuso il 2019 con un fatturato di 132 milioni di euro, in crescita del 2,3% rispetto ai 129 milioni del 2018. Nell’anno appena concluso la progressione dell’e-commerce è stata del 70 per cento. “L’obiettivo per il 2018 – ha spiegato a Pambianconews Nicola Barbarani, responsabile dell’e-commerce della griffe di Perugia – è di registrare un’ulteriore crescita del 4-5 per cento del fatturato globale”. Contribuirà alla performance anche l’espansione retail, con l’apertura di uno store in gestione diretta in Germania e uno a Londra, e di una seconda vetrina in franchising a San Pietroburgo. Ad oggi la quota export di Luisa Spagnoli è del 12%, con Europa, Paesi ex Urss e Stati Uniti come mercati di riferimento.

L’azienda ha inoltre presentato la nuova versione del portale Luisaspagnoli.com, che affianca sito istituzionale ed e-shop. Il brand di total look femminili ha debuttato nell’e-commerce nel 2015, ma è dalla fine del 2017 che le due anime digitali (quella della comunicazione e l’area shopping) sono state riportate in un unico sito, ridisegnato nell’aspetto e accessibile da tutti i device. Disponibile in italiano e in inglese, il portale conta oltre un milione di visitatori in tutto il mondo ed è considerato dall’azienda un asset strategico per veicolare l’immagine del brand a livello internazionale.

“L’e-shop – ha continuato Barbarani- è già attivo in 51 Paesi, compresi Australia e Stati Uniti, e a giorni sarà implementato anche per il mercato russo, dove siamo presenti con 20 monomarca gestiti da partner locali. La Russia è anche il secondo mercato, dopo l’Italia, per numero di accessi al nostro sito, quindi era fondamentale poter vendere online direttamente”.

La crescita nel digitale passa anche attraverso i social, su tutti Facebook, Instagram e YouTube. “Abbiamo inoltre – ha concluso Barbarani – un account WeChat e attiveremo i servizi WeChat Pay nelle nostre boutique. La Cina è tra i mercati più ricettivi all’e-commerce e non possiamo non adattarci alle abitudini di acquisto dei turisti cinesi”. Al via inoltre il potenziamento dei servizi omnichannel, con possibilità di ordinare i capi online e ritirarli negli store Luisa Spagnoli, ma anche, inizialmente solo per i flagship di Milano e Roma, di verificare online gli stock delle boutique, acquistare online e passare in negozio solo per la fase di ritiro.

Pubblicato in Brand Story.