Valore del brand, Diesel perde follower con i festeggiamenti del Pride; cosa è successo.

Nel pieno dei festeggiamenti per il pride, Diesel è stata presa di mira per aver aver pubblicato una foto in cui sono rappresentate persone intente a baciarsi o semplicemente una appoggiata all’altra.

Si tratta di coppie etero e omosessuali, nessuna delle quali in atteggiamenti scandalosi. Si tratta di coppie che esprimono il loro modo di amarsi. Si tratta di coppie. Si tratta di persone.

Molti utenti hanno commentato in maniera sfavorevole accusando il marchio di fare “pubblicità sgradevole” e 14 mila di loro hanno scelto di smettere di seguire il brand.

La reazione di #diesel ?
➡️”Abbiamo messo il Pride nei nostri valori da oltre quarant’anni e noi crediamo nel Pride. Per coloro che non lo fanno, inclusi i 14.000 followers che hanno lasciato l’account nell’ultima settimana, bye bye!
Per color che invece condividono i nostri principi e i nostri valori, celebriamo il fatto che l’amore è amore. Sempre.”

Io credo che questa scelta nel medio lungo periodo porterà molto più fatturato per la Disel le persone si legano molto molto di più ai brand che si schierano e sono coerenti con cause sociali.

Diesel non è nuova a queste campagne.

In generale non è nuova alle provocazioni, basta guardare tutte le campagna precendenti in cui un illuminato Renzo Rosso con la maestria di Publicis Italia e Bruno Bertelli hanno confezionato delle campagne sempre molto disruptive. Creano un immaginario di brand, una value corporate, che archetipicamente li vede come dei ribelli. E sono sempre molto coerenti.
Nel caso specifico di questa comunicazione, direi che hanno celebrato, ancora di più, l’autenticità della relazione con il pubblico di riferimento, andando a rafforzare i valori del brand e risuonando nelle storie di vita dell’audience.

L’impresa deve scegliere i clienti che vuole e che non vuole, “chiunque” difficilmente sarà tuo cliente

Premetto che Diesel non è la Benetton del 2000 anche perchè all’azienda di Treviso sono state contestate tante scelte in distonia con i messaggi di comunicazione delle varie campagne.
Diesel da anni sta facendo tante campagne provocatorie, ma coerenti con i valori del brand.

Uno sguardo più cinico potrebbe far pensare che a Diesel del pride non gliene importi nulla, le scelte di questo tipo, sopratutto se sbandierate, sono atte ad aumentare il fatturato. A prescindere da ciò che è giusto o sbagliato, ad oggi salire sul carro del politically correct fa guadagnare, 50 anni fa probabilmente non lo avrebbero fatto, chissà nel futuro prossimo.

Io sono a favore del prendere una posizione chiara e precisa:

se un brand ha dei valori precisi e dichiarati (così dovrebbe essere) è giusto perseguirli e comunicarli in ogni scelta e situazione. Ikea lo fa in continuazione, Taffo nel suo piccolo pure. Questa scelta di Diesel è molto in linea con il brand. Per una perdita di 14.000 fan quanto invece i loro veri clienti diventeranno sostenitori? Certo loro hanno i numeri per poterlo fare. Ma a quei numeri ci sono arrivati anche con la coerenza. Anche Barilla fece una scelta di campo (venendo elogiata e criticata) quando disse che la famiglia era quella tradizionale. Del suo brand ognuno fa ciò che vuole
Ci stavano anche coppie etero, pare.

Concludendo:
Sono tra i pochi ad aver rinunciato pubblicamente ad una fetta di clienti.
Avranno fatto i loro calcoli? Certamente.
Erano soltanto followers ma non spendenti? Probabile.
Aumenta la coesione dei clienti attorno ai valori del brand? Sicuramente.
Ciò non toglie che sia un esempio positivo per tutti, di uso consapevole dei social e di non subalternità agli umori del pubblico.
Hanno perso 14K e hanno detto bye bye. Hanno “ripulito” la loro audience.
Chapeau.

Pubblicato in Case Study, Magazine.