La lungimiranza delle imprese italiane, quando Olivetti disse no a Steve Jobs

Carlo De Benedetti, famoso imprenditore italiano, negli anni ’80 si trovò in California dove possedeva un team di 300 ingegneri dell’allora gloriosa Olivetti. All’epoca Elserino Piol, uno dei maggiori venture capitalist italiani, inquadrò una startup che stava crescendo bene: Apple. Così attivò un incontro tra De Benedetti e Steve Jobs. Il fondatore di Apple gli propose di finanziare per un milione di dollari la società in cambio del 20% delle azioni. Un investimento che oggi varrebbe almeno 100 miliardi di dollari. Ecco come lo spiega lo stesso De Benedetti:

 «Con lui feci la più grande stupidaggine della mia vita. Ero in California, dove lavoravano 300 ingegneri della Olivetti. Ero con Elserino Piol, che mi disse: “Ci sono due ragazzi in un garage che stanno facendo progetti, passiamo un attimo…”. Vidi ‘sti due, erano Wozniak e Jobs, che trafficavano con delle piastre elettroniche. Steve Jobs mi chiese se ero disposto a mettere un milione di dollari di allora, 1980, per avere il 20% dell’azienda. Io dissi a Piol: “Ma non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare”.».

La lungimiranza delle imprese italiane.

Per comprendere la vicenda bisogna fare un passo indietro fino alla fine degli anni ’70, quando i due Steve cercavano disperatamente degli investitori per la loro neonata mela morsicata. Ed è proprio questa ricerca di fondi che ha permesso a Carlo De Benedetti, ai tempi alla guida di Olivetti, di incontrare in quel della California i precursori dell’informatica consumer.
Ripensandoci adesso mi viene un magone..

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